Un inno al piacere
Oggi il termine “piacere” è sinonimo di molte cose: la ricerca su Google restituisce infatti oltre 40 milioni di risultati. Per essendo un concetto tutt’altro che facile da spiegare, una cosa è certa: il piacere va allenato! Bisogna trovare il tempo e la giusta disposizione d’animo, perché finché si continua a correre in velocità da un appuntamento all’altro non c’è spazio per il piacere. Percepire il piacere significa accantonare il pensiero frenetico, decelerare fino a raggiungere uno stato di rilassatezza. Ma fondamentale non è solo il fattore tempo: assaporare il piacere presuppone la volontà di rinunciare il più possibile alle distrazioni e di concentrarsi su almeno uno dei sensi dedicandogli tutta la necessaria attenzione.
Allenare la consapevolezza del piacere
Dobbiamo tuttavia sottolineare che il piacere non è prettamente legato al tempo, ma è soprattutto una questione di consapevolezza. Facciamo un esempio: paragoniamo il piacere di uno squisito pasto di cinque portate consumato davanti alla TV con il cellulare in mano a quello di una tazza di tè o di un infuso preparato con erbe particolari da sorbire in tranquillità, in un momento dedicato solo a noi stessi senza distrazioni dall’esterno. Quale di queste due situazioni sarà più facile associare ad un momento di piacere? Il piacere può essere percepito e vissuto in modi diversi: a tavola, attraverso la musica o altre espressioni culturali. Poi c’è il piacere fisico, al quale ognuno di noi dà una definizione diversa. Il piacere è un concetto molto ampio, percepito da ognuno in modo diverso: basti pensare alla differenza fra maschi e femmine: la donna generalmente lo vive in maniera assoluta, l’uomo lo sperimenta in modo più selettivo. Molto dipende poi dalle origini, dall’educazione, dal bagaglio di esperienze personali. Per percepire il piacere, sono necessari nuovi stimoli: il cervello confronta il nuovo con ciò che già conosce e inconsciamente crea delle associazioni di idee.
Scoprire il piacere con consapevolezza
Una cosa simile accade in relazione ai piaceri del palato quando il fatto di consumare un pasto non si limita alla semplice assunzione di cibo. Per attivare gli organi sensoriali un modo c’è ed inizia dalla spesa. Non appena un prodotto viene percepito con tutti i sensi, si aprono mondi infiniti: un prodotto va innanzitutto guardato, se consentito, assaggiato, annusato e toccato. Tutte queste operazioni fanno parte del processo di scoperta consapevole: che effetto fa tenerlo fra le mani? Che odore ha? Che sensazione regala sulle labbra, in bocca e sulla lingua? Che consistenza ha? Dopo averlo mangiato ci si sente pervasi da una benefica e piacevole sensazione di calore? Sarebbero domande da porsi, almeno di tanto in tanto, per allenare i sensi e la consapevolezza. Il gusto lo si può sviluppare in maniera proattiva anche individualmente. I libri di cucina, i food blog e i numerosi canali Instagram sono la dimostrazione di quanto ampio sia il ventaglio delle combinazioni e delle consistenze, sono valide fonti di ispirazione per i nostri piatti, da adattare ai gusti e alle predilezioni individuali. È inoltre consigliabile mantenere allenati i sensi il più a lungo possibile con un’ampia gamma di sapori: perché salare i cibi se possiamo sostituire il sale con le spezie e le erbe aromatiche? Perché non allargare i propri orizzonti culinari variando i condimenti di una ricetta collaudata o evitando di mescolare troppi sapori diversi? Un altro aspetto va assumendo un’importanza sempre maggiore: chi mangia con consapevolezza, non si fa influenzare da dogmi alimentari e si prende del tempo, mangia più lentamente e in maniera più ragionata. Il vero piacere non ha nulla a che vedere con l’ingordigia e la golosità, ma solo ed esclusivamente con la consapevolezza.
Il piacere: fonte di idee e di ispirazione
Il piacere non si limita al fatto di farsi una coccola: il piacere ci permette di affrontare il rapporto con noi stessi e con l’ambiente in modo più creativo, rilassato, positivo e pragmatico. Le ispirazioni e le idee aprono la mente: quando meno ce lo aspettiamo, nello scambio reciproco con gli altri, quando nascono in un contesto completamente diverso. Ovviamente questa non è la regola! Ma più si coltiva il piacere, più è probabile sperimentarlo.